PERCHE’ HO DECISO DI RINFRESCARE LA MEMORIA SULLA VICENDA SAI 8

Qualche giorno fa, alcuni amici mi hanno informato di una discussione, pubblicamente intrattenuta tra giovani su
Facebook il 5 ottobre, a commento della terza ed ultima mia lettera aperta al Sindaco di Avola sulle
responsabilità per l’omessa realizzazione del porto turistico.
Nella circostanza uno degli interlocutori, abbandonando l’oggetto della discussione, si è avventurato
in un insensato sproloquio di generalista antipolitica, rivolgendomi insulti e calunnie idonei a ledere
fortemente il mio onore di uomo, di politico e di cittadino onesto.
Qualche giorno dopo la medesima persona, presumibilmente ravvedutasi, ha ritenuto opportuno
porgermi le sue scuse per quanto avvenuto tramite del suo profilo Facebook, dimostrando così di
aver compreso come neanche sui social sia lecito insultare e calunniare ingiustamente le persone
oneste, appioppando loro ripetutamente la qualifica di “delinquente” e facendo di tutta l’erba un
fascio.
Escludendo la malafede nel giovane interlocutore, anche perché non ho mai avuto occasione di
conoscerlo personalmente, mentre invece conosco da tempo immemorabile la correttezza del padre
e della sua famiglia, la circostanza che nell’occasione siano stati riportati, a giustificazione
dell’infamante qualificazione attribuitami, i link degli articoli di stampa relativi all’indagine
giudiziaria sulla risoluzione del contratto con SAI8, mi induce a ritenere che, probabilmente, non
sono sufficientemente chiari, per tutta l’opinione pubblica, alcuni passaggi di quella vicenda.
Premesso che quell’indagine è l’unica da me subita in quasi quarant’anni di integerrima attività
politica, è bene ricordare che il contratto con SAI8 era stato stipulato dall’ATO Idrico durante la
gestione precedente alla mia elezione a Presidente della Provincia e che, invece, la sua risoluzione
era stata da me voluta, a causa dei ripetuti inadempimenti di SAI8 agli obblighi contrattualmente
assunti.
Detta indagine si è conclusa con l’archiviazione della mia posizione che è stata richiesta dalla
stessa Procura della Repubblica di Siracusa, che è stata confermata dal GUP e che ha
consentito al Tribunale della Libertà di Catania di evidenziare la correttezza ed il coraggio del
mio operato.
Occorre infatti non dimenticare che il Direttore Generale di SAI8 era all’epoca il figliastro del
Procuratore Capo del Tribunale di Siracusa, quest’ultimo poi condannato sia dal CSM che dal
Tribunale di Messina, e conseguentemente declassato e trasferito, per non essersi astenuto proprio
nell’indagine che mi ha riguardato.
Inoltre gli inadempimenti economici di SAI8 da me contestati si sono rilevati talmente fondati e
rilevanti da essere stati confermati sia dalle indagini della stessa Procura siracusana, sulla gestione
del depuratore di Siracusa, sia addirittura dal fallimento di SAI8, dichiarato dal Tribunale di
Siracusa, su richiesta della stessa Procura della Repubblica e dell’ATO Idrico, e dal successivo
processo penale per bancarotta fraudolenta celebrato proprio in questi giorni a carico dei suoi
amministratori, tra cui i miei due calunniatori.
La verità è che ho sventato una truffa milionaria a danno di tutti i cittadini di questa provincia
e che per questo, in presenza delle calunniose denunce dei truffaldini amministratori di SAI8, e di
insospettabili autorevoli complicità, ho subito una indagine giudiziaria come fossi io il cattivo e che,
inevitabilmente, alla luce dei fatti e degli atti, ha non solo confermato la mia onestà, ma mi ha
addirittura fatto ottenere l’encomio, in sentenza, per la correttezza della mia gestione.
A chiunque poi si chieda cosa io abbia mai fatto per la mia città, rinvio al resoconto della mia
attività politica dettagliatamente consultabile sul sito www.nicolabono.it, nonché alla lettura del mio
libro “Alla ricerca della Buona Politica”, Nane edizioni, da cui emergono con chiarezza le finalità
vere e la filosofia della mia azione politica, che risiedono principalmente nella difesa della legalità,
quale condizione fondamentale per la lotta alla corruzione e la ricerca del “Bene Comune”.
La mia storia, quindi, di politico non solo onesto e capace, ma perfino “certificato” come tale è
talmente incompatibile con l’azione di politici delinquenti, ma anche inefficienti o dediti solo a
pratiche clientelari, che costituiscono la vera causa del declino del nostro Paese e che ho sempre
tenacemente combattuto, che non posso e non voglio in alcun modo essere mai a questi neanche
lontanamente assimilato.
Mi auguro che, dopo questo ulteriore chiarimento, gli eventuali commenti alle mie esternazioni si
basino, come è giusto che sia, unicamente nel merito delle questioni trattate.
Cordialmente.
Nicola Bono

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