FALARIDE OVVERO L’ASSASSINIO QUASI PERFETTO DEL PORTO DI AVOLA,

Egregio signor sindaco,
dopo il nostro confronto pubblico di fine estate dello scorso anno in merito alle intenzioni della sua
amministrazione di realizzare, o meno, il porto turistico-peschereccio di Avola, ho atteso che si
concretizzasse il suo impegno, assunto con la sua risposta del 26 settembre 2016, alla mia seconda
lettera aperta, al punto 4), che mi permetto di riportare virgolettata “Omissis…. la mia
amministrazione comunale sta sostenendo ogni tipo di intervento e sta mettendo in campo ogni atto
amministrativo (bando, avviso pubblico, GURS etc etc) – giusto mandato già conferito agli uffici
-che possa portare alla realizzazione del porto turistico, ribadendo che trattasi di opera, che visti gli
ingenti costi, può e deve essere realizzata solo dai privati… Omissis” e poi ancora al punto 5) della
stessa risposta “…… Omissis concordo pienamente sul non perdere altro tempo!… Omissis”.
Grazie a queste affermazioni, apparve finalmente chiara a tutta la città la sua volontà di procedere
speditamente all’attuazione di tutte le procedure di evidenza pubblica previste dalla legge per la
individuazione e selezione del soggetto privato interessato alla realizzazione del porto turisticopeschereccio
di Avola, e fu per questo che mi dichiarai soddisfatto e cessai qualunque ulteriore
sollecitazione in merito, precisando unicamente che avrei vigilato sull’attuazione degli impegni da
lei assunti.
Da allora, pur essendo passati oltre cinque mesi senza che sia stato fatto dalla sua amministrazione
alcunché in merito al Porto, per evitare di urtare la sua nota suscettibilità rispetto a qualunque
osservazione sul suo operato, avrei continuato fiduciosamente ad aspettare ancora che, senza
sollecitazioni, lei mantenesse l’impegno assunto pubblicamente in materia.
Se non che, inattesa, è arrivata la notizia pubblicata sulla stampa locale della presentazione di una
richiesta da parte della sua amministrazione per l’utilizzo dei fondi UE per la “realizzazione
dell’approdo di contrada Falaride”.
Questa notizia, apparentemente positiva, invece rivela tutta a un’altra storia, la cui unica morale
sembrerebbe la sua volontà di non realizzare alcun porto nella nostra città.
Infatti è noto ormai anche ai neonati avolesi che per costruire qualsiasi porto, approdo o struttura
utile alla nautica occorre un piano regolatore apposito, senza il quale l’opera non può essere in alcun
modo realizzata.
E’ infatti storia vissuta dalla nostra comunità che la vera principale ragione che ha impedito sin
dagli anni ’70 di passare dalla fantasia alla effettiva realizzazione del porto, è stata proprio la
mancanza di questo fondamentale strumento urbanistico, che solo l’impegno dell’amministrazione
Di Giovanni, in poco meno di due anni, ha consentito di progettare, istruire e approvare.
E’ stato così che si è potuto sbloccare un stallo di oltre 35 anni e pubblicare il bando della procedura
di evidenza pubblica per la selezione del soggetto attuatore con capitali privati che, come è noto, fu
selezionato nella figura della impresa Cappa S.r.l. di Roma poco prima della fine del mandato.
E’ storia conosciuta che, perse le elezioni da parte di Di Giovanni, la Cappa srl venne in vario modo
disincentivata a proseguire nella realizzazione dell’opera dall’amministrazione Barbagallo, su cui lei
rivendica giustamente un fondamentale apporto, fin quando rinunciò al lavoro a favore della
seconda classificata, che poi è stata a sua volta, dopo quasi sei anni, licenziata.
Quasi dieci anni buttati, a fronte di un progetto già aggiudicato a carico di privati che, se realizzato,
avrebbe trasformato in meglio la realtà economica e sociale della nostra città.
Ma ciò che appare più incomprensibile è che alla luce dell’esperienza dovrebbe essere chiaro per
tutti e, soprattutto, per l’amministrazione comunale, che l’unico porto turistico-peschereccio
realizzabile ad Avola è quello di Contrada Marina, perché dotato di piano regolatore e cioè dello
strumento propedeutico fondamentale per l’approvazione del progetto esecutivo.
Sembra invece che questa parte non le sia molto chiara e quindi mi vedo costretto a porle alcune
domande:
a) Non le sembra strano che davanti all’unica strada possibile per la realizzazione di un’opera di
questa portata, la sua amministrazione invece continui a perdere tempo e investa risorse per la
realizzazione di un approdo che, a parte l’oggettiva modestia, mai potrà essere finanziato e tanto
meno realizzato, perché privo del relativo piano regolatore?
b) Non le sembra abbastanza sospetto questo eccessivo attivismo nei confronti di un’opera
irrealizzabile, a fronte della totale inattività nei confronti dell’unica opera realizzabile, tra l’altro
pensata proprio per la marineria avolese, oltre che ovviamente per la nautica da diporto?
c) Come giustifica i molteplici errori procedurali commessi nella realizzazione di questa strategia di
difficile comprensione, a partire dalla palese contraddizione tra l’opera prevista nel “piano triennale
dei lavori pubblici del Comune” relativa alla realizzazione di un porticciolo in C.da Falaride
dell’importo di 1.600.000 euro (tra l’altro privo di conformità urbanistica), e quindi di un’opera
nuova, rispetto ai contenuti della delibera di giunta municipale numero 23, del 13 febbraio 2017,
con la quale la sua amministrazione ha autonomamente approvato (senza citare la dovuta
acquisizione di pareri da parte di altri enti e, soprattutto quello della Regione Siciliana, titolare del
demanio marittimo), il “progetto di fattibilità tecnico-economica per “la riqualificazione di un riparo
per la pesca in contrada Falaride in Avola” per l’importo di € 2.112.370, per partecipare al Bando
PO FEAM 2014/2020, emanato con DDG 580 del 17.10.2016, misura 1.26 relativa a “Innovazioni
nel settore della pesca” e quindi di interventi su un’opera esistente, ma curiosamente non inserita nel
Piano triennale (forse perché abusiva)?
d) Se le è chiaro che la delibera n. 23, costituisce un pasticcio amministrativo di proporzioni
gigantesche perché approva la presunta riqualificazione di un riparo per la pesca senza alcun piano
regolatore esistente e senza neanche essere inserita nel Piano Triennale delle OO.PP. del Comune
mentre lei chiede alla Regione Siciliana, dipartimento regionale della pesca marittima, l’accesso alla
selezione per l’assegnazione delle risorse del bando sulla misura 1.43 “Porti, luoghi di sbarco, sale
per la vendita all’asta e ripari di pesca” per il finanziamento di interventi infrastrutturali pubblici,
non solo sbagliando clamorosamente il riferimento alla normativa invocata nella citata delibera di
giunta, ma soprattutto il suo contenuto, perché in nessuna delle tre seguenti ipotesi ricorrerebbero i
requisiti per l’ammissione al finanziamento dell’approdo di Falaride, essendo necessario che le opere
finanziabili previste nel progetto:
1) insistano su aree portuali esclusivamente destinate alla pesca (e come è noto non esiste un piano
regolatore del porto di Falaride, mentre lo stesso si trova fuori dall’area destinata ad attività di
pesca, che invece è costituita dal piano regolatore del porto di mare vecchio);
2) insistano su aree esterne all’ambito portuale, ma risultanti strettamente funzionali al comparto
della pesca, (cosa che oggettivamente non risponde a verità);
3) che, sebbene le opere previste insistano su aree esterne all’ambito portuale, le stesse risultino
strettamente ed esclusivamente connesse al porto peschereccio di pertinenza del soggetto pubblico
proponente, escludendo ogni utilizzo di tali aree complementare od alternativo a tale settore, il che
costituisce, allo stesso modo delle precedenti, un presupposto inesistente.
Quindi Egregio signor sindaco tutto il suo enfatizzato impegno a favore della marineria avolese, che
con grande profitto per la stessa sarebbe stato possibile soddisfare unicamente attraverso la
realizzazione del porto turistico peschereccio di Contrada Marina, con questa fantasiosa iniziativa
dell’approdo di contrada Falaride, sarà del tutto vanificato perché l’opera è semplicemente
inattuabile, non solo per le citate incongruenze e palesi impedimenti giuridici e amministrativi, (tra
l’altro nel progetto è prevista l’acquisizione di aree per 40.000 euro, senza l’apposizione di alcun
vincolo preordinato all’esproprio), ma anche perché la richiesta è stata presentata su una misura
costituita da un fondo di disponibilità complessivo per tutta la Sicilia di soli 5 milioni di euro, che
rende del tutto impensabile l’ipotesi di ottenere un finanziamento, sempre ammesso che fosse
ammissibile, di entità superiore a oltre il 40% delle somme disponibili, lasciando le briciole al resto
dell’isola.
Ma c’è di più, perché è evidente che l’irrealizzabile e disordinata ipotesi Falaride ha tutto il sapore
dello “specchietto per le allodole”, essendo al contrario la scusa per eseguire “l’assassinio perfetto
del progetto del Porto turistico-peschereccio”, confermando i dubbi di quella parte della città che
pensa che l’opera di contrada marina non sia mai stata nella reale volontà della sua amministrazione,
interessata probabilmente ad altri usi dell’area.
In effetti, tutto ciò che serviva all’amministrazione al momento era solo una ipotesi alternativa al
Porto turistico-peschereccio ad uso meramente propagandistico, anche perché si avvicinano le
elezioni, e occorreva potere vantare iniziative a favore di una categoria come la marineria di Avola,
lasciata invece del tutto priva dello strumento fondamentale di lavoro sia di contrada marina, che di
C.da Falaride, proprio a causa delle scelte sbagliate e dei ritardi da parte di due amministrazioni
comunali nell’arco degli ultimi quasi dieci anni.
Una strategia utile per tamponare anche l’altra questione legata alle prospettive di sviluppo della
città, che non possono prescindere proprio dalla realizzazione del porto turistico-peschereccio.
Infatti anche ammesso il ridimensionamento dei posti barca del porto a 700 unità, ma anche su
questo ci sarebbe da approfondire la questione, i posti di lavoro nel diretto e nell’indotto realizzati
ad Avola sarebbero non meno di 1750, essendo nota la proporzione di 2,5 posti di lavoro per ogni
posto barca, che la mancata realizzazione dell’opera non ha consentito di realizzare per dare ristoro
stabile e duraturo all’occupazione dei cittadini avolesi, senza considerare ovviamente tutti gli altri
benefici concreti per lo sviluppo in termini turistici e commerciali di una città, che potrebbe ospitare
12 mesi l’anno la ricca utenza del diporto nautico, senza peraltro la concorrenza di altre strutture
portuali attrezzate nelle vicinanze.
E allora dov’è il motivo per cui a fronte di una tale oggettiva condizione di favore si possa ancora
ritenere possibile rinunciare a una tale occasione di sviluppo, o anche delittuosamente ritardarne
ancora la realizzazione?
Ecco perché signor Sindaco la invito a una serena riflessione sulla vicenda e a una conseguente
assunzione di responsabilità, per far sì che prima delle elezioni possa essere pubblicato nei modi di
legge il bando per l’avvio della selezione di soggetti interessati alla realizzazione del porto turistico
peschereccio di Avola, con il ricorso a capitale privato, in modo che, chiunque vinca la
competizione per il governo della città per i prossimi cinque anni, abbia tale obiettivo strategico già
avviato e ne risponda per la sua realizzazione.
Un cordiale saluto.

Nicola Bono

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